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INTRODUZIONE

Nel periodo che va da agosto a dicembre 2001 sono stati completati sulla antenna parabolica di Noto (Sicilia) www.ira.noto.cnr.it dell'Istituto di Radioastronomia del CNR (via Gobetti 101, 40129 Bologna) i lavori per installare un nuovo sistema di superficie attiva per grandi antenne. Il progetto fu finanziato nel 1999 dal MURST (Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica) nell'ambito dei Piani di Potenziamento della Rete Scientifica e Tecnologica, Cluster Radioastronomia, con il titolo "Potenziamento del radiotelescopio di Noto - Estensione della sua capacità osservativa alle radioonde millimetriche".
L'idea che sta alla base del concetto superficie attivè di compensare gli effetti di deformazione per gravità della struttura di sostegno dello specchio primario muovendo i pannelli che ne formano la superficie. La conseguenza delle deformazioni è che, al variare della elevazione, il guadagno d'antenna, massimo alla elevazione ove i pannelli sono stati allineati, diminuisce perché lo specchio perde sempre più la forma parabolica, e il calo è tanto maggiore quanto più alta è la frequenza in uso.
La realizzazione all'antenna di Noto prevede un sistema ad anello aperto di movimentazione pannelli tramite attuatori elettromeccanici, in cui un computer aggiorna la posizione dello specchio attingendo da memoria a misure di deformazione d'antenna effettuate a priori con varie tecniche (teodolite, fotogrammetria, olografia) e ripristinando la forma parabolica a tutte le elevazioni. Il risultato della operazione deve fornire una curva di guadagno piatta in funzione della posizione d'antenna.
Allo scopo inoltre di aumentare il valore di picco del guadagno il progetto ha previsto anche la completa sostituzione dei pannelli originari con nuovi più accurati.
Il progetto originale della antenna di Noto prevedeva una frequenza a massima efficienza di 5GHz, lo scopo del progetto superficie attiva è quello di aumentare considerevolmente tale valore, raggiungendo una quasi piena efficienza fino a 45GHz. In questa situazione si apre lo scenario di utilizzare l'antenna, accettando una perdita di guadagno, anche fino a 86GHz.
E' da rimarcare che tutto il progetto, l'ideazione e montaggio dell'attuatore, della rete delle interconnessioni, delle attrezzature di allineamento, il software e i test sono stati realizzati internamente all'Istituto non avendo trovato sul mercato dispositivi elettromeccanici e sistemi che potessero soddisfare i forti requisiti e vincoli imposti dal grado di accuratezza richiesta dall'applicazione.
E' altresì da segnalare che questa realizzazione può essere vista nel duplice aspetto di miglioramento di un radiotelescopio già esistente, e di prototipo da applicare alla costruenda antenna della Sardegna (SRT, 64m) http://www.ca.astro.it/.

Per maggiori informazioni sul sistema contattare: Alessandro Orfei Pagina Web mantenuta da: Gian Paolo Vargiu
a.orfei@ira.cnr.it g.vargiu@ira.cnr.it